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Fra Raffaele da Brescia Roberto Marone
INTARSIATORE (1479 - 1539)
Rinascimentale
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Roberto Marone
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Nacque verosimilmente a Brescia nel 1479 dal pittore Giovan Pietro da Marone, originario dell’omonimo centro del lago d’Iseo, membro di una famiglia probabilmente dedita all’arte lignaria. Entrato poco prima del maggio 1501 come converso nel monastero olivetano di S. Nicolò di Rodengo presso Brescia, durante la sua permanenza ebbe senz’altro modo di approfondire l’arte dell'intarsio, da lui già probabilmente praticata prima di entrare in monastero, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione del complesso abbaziale avviati a fine XV secolo. Già nel 1502, infatti, il fra’ Raffaele resiedeva nell’archicenobio dell’Ordine a Monte Oliveto Maggiore, presso Siena, dove fu trasferito per lavorare a fianco del celebre intarsiatore fra’ Giovanni da Verona, reduce dai lavori nel monastero di S. Maria in Organo a Verona e ora incaricato del rifacimento del coro della casa madre degli olivetani. La gran parte dei lavori venne portata a termine fra 1503 e il 1505 con l’ulteriore ausilio di fra’ Antonio da Venezia detto il Prevosto. L'allestimento consisteva nella messa in opera di 104 stalli su due file nella chiesa dell'Abbazia di Monte Oliveto. Degli originari pannelli intarsiati del registro superiore non ne restano che 14 attribuibili a frà Giovanni da Verona, affiancati da altri 30 dello stesso artista, ma provenienti dal soppresso monastero senese di S. Benedetto fuori Porta Tufi. Altri 38 Stalli, prodotti dall'artista,furono inseriti nel coro del duomo di Siena nel 1813 in seguito alle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi. Successivamente il trio di frati intarsiatori si trasferirono a Monte Oliveto di Napoli. E' qui che dalla fine del 1505 fra’ Giovanni, seguito da fra’ Raffaele e fra’ Antonio, portò a compimento entro il 1510 il coro della cappella di Paolo da Tolosa e gli armadi della sacrestia vecchia, le cui tarsie, già nel 1545, furono poi tutte smontate e integrate nel coro per la sacrestia nuova dell’oratorio dell’Arciconfraternita di S. Anna dei Lombardi. I due aiuti, concluso il loro ideale periodo di apprendistato nel maggio del 1507 rientrarono a Monte Oliveto Maggiore, ove certo furono impegnati a rifinire il coro lasciato due anni prima. La figura artistica di fra’ Raffaele comincia a delinearsi autonomamente soltanto con la successiva permanenza nell’abbazia di S. Michele in Bosco a Bologna. Giuntovi nel 1513 per lavorare al nuovo coro della chiesa, vi sarebbe rimasto fino al 1529, realizzando quasi tutte le opere di tarsia e intaglio che di lui ci sono pervenute. Oltre al coro, durante la sua lunga permanenza in S. Michele in Bosco fra’ Raffaele fu impiegato in altri lavori non pervenuti, ma documentati. Dell'Artista si distingue per l’alta qualita, il leggio realizzato per il coro di Monte Oliveto Maggiorepere, celebre per il gatto intarsiato, eseguitofra il 1518 e il 1520. Nel 1536, eseguì un altro leggio oggi conservato al Museo cristiano di Brescia. La sua presenza, dal 1537 èregistrata nel monastero di S. Maria Nova in Roma dove morì nel 1539La sua tomulazione avvenne nella chiesa di S. Maria in Camposanto, sede della Confraternita dei Bresciani.