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Pietro Lorenzetti
PITTORE ( - 1348 presunta)
Scuola Senese
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Sono ancora purtroppo rare le notizie relative alla sua vita. Ciò che si conosce di lui e della sua attività artistica deriva fondamentalmente dalle sue opere e dalle date con cui firmò alcuni suoi importanti lavori. Anche la biografia di lui scrisse Giorgio Vasari non è molto di aiuto, anche per i grossolani errori che commise lo scrittore aretino. La formazione di Pietro Lorenzetti con ogni probabilità maturò nella bottega di Duccio di Buoninsegna assieme col coetaneo Simone Martini. Dal 1310 al 1320 partecipò al grande cantiere decorativo della Basilica inferiore d'Assisi, con Martini e altri pittori fiorentini della scuola di Giotto e in particolare lavorò nel transetto sud. Il Polittico della pieve di Arezzo del 1320 è la prima opera datata che ci è pervenuta. Lorenzetti si recò successivamente a Siena, dove nel 1329 dipinse la grande Pala del Carmine. In questa città, insieme al fratello Ambrogio, eseguì nel 1335 gli affreschi ormai perduti della facciata dell'ospedale di Santa Maria della Scala. Nelle opere della maturità l'artista è influenzato dal fratello Ambrogio, dove il giottismo più fiorentino viene stemperato nelle ricerche naturalistiche e luministiche. Verso il 1340 dipinse la pala della beata Umiltà, per una chiesa fiorentina, mentre da Pistoia proviene la Madonna in trono col Bambino tra otto angeli (1340). La Natività l'ultima opera certa di Pietro Lorenzetti e di lui non si hanno più notizie dopo il 1347: probabilmente morì, come il fratello, durante la peste del 1348.